Annunciazione della Pieve di San Vitale

Scheda tecnica



Autore: Antonio Pardini o Francesco Valdambrino
Datazione: XV secolo
Ubicazione: Pieve di San Vitale

L’Annunciazione quattrocentesca è una tra le opere più importanti collocate all’interno della vecchia Pieve di San Vitale del Mirteto, la cui esistenza è testimoniata già sul finire del X secolo.

Le due piccole figure, l’Angelo e la Vergine, sono collocate ai lati del presbiterio e sono in marmo pario, un materiale di riporto che rimanderebbe ai primi insediamenti della Colonia Lunam romana, un epoca quindi precedente la scoperta del marmo sulle montagne carraresi. Si ipotizza che il marmo provenisse dalla Pieve di San Lorenzo, la più antica del territorio insieme al funzionale castello di Monte Libero, sulle colline del Candia. Questo insediamento, con cui durante il Medioevo la Pieve di San Vitale era in collegamento, esisteva dal X secolo ma occupava un sito già frequentato in epoca romana. E ‘ dunque da questo periodo che deriverebbe il marmo pario che impreziosì poi San Lorenzo nel Medioevo. La sua decadenza alla fine del Trecento fece la fortuna della Chiesa di San Vitale, che ne prese parte dell’eredità. Non è però possibile sapere se il marmo sia giunto da San Lorenzo a Mirteto prima del Quattrocento, come materiale di riutilizzo, o più tardi, come opera già eseguita1.

Le figure stanno sopra un basamento poligonale modanato. L’angelo ha il viso dalle forme piene e incorniciato dai capelli, disposti in ciocche composte ed ornati da un piccolo diadema. E’ vestito con una lunga tunica che ricade in vita sulla cintura e scende fino ai piedi, ove forma pieghe spezzate. La vergine è rivestita dal manto che ricade aderente al capo lasciando scoperti i capelli, divisi da una scriminatura centrale a incorniciare il viso in morbide ciocche. Con la mano sinistra sorregge il libro chiuso mentre la destra è appoggiata al petto. La veste è stretta al di sotto del seno da una cintola2.

L’autore dell’opera è sempre stato identificato nello scultore e architetto Antonio Pardini da Pietrasanta anche se recenti studi non negano l’ipotesi dell’attribuzione a Francesco di Valdambrino (Siena 1363 – Siena 1435), lo scultore della più giovane generazione, formatosi a Siena insieme al coetaneo Jacopo Della Quercia. La somiglianza nello stile tra i due scultori fu dovuta ai frequenti incontri, alla fine del Trecento, nei cantieri lucchesi nati intorno a quello della cattedrale, della quale il Pardini assunse la direzione dell’opera tra il 1395 e il 14913.

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  1. Augusto Ambrosi, Massimo Bertozzi e Giovanni Manfredi, Massa Carrara  Pievi e territorio della provincia (Pisa: Pacini Editore, 1989), 34.
  2. Caterina Rapetti, Storie di Marmo (Milano: Electa, 1998), 73.
  3. Maria Giulia Burresi, “…inedita, maestosa e matronale…, collesanocultura.it.